I Disturbi dello Spettro Autistico (DA) secondo il DSM-V rappresentano un gruppo diversificato di condizioni cliniche (che nel DSM-IV comprendevano anche Asperger, sindrome di Rett, disturbo pervasivo o generalizzato dello sviluppo) ad esordio nei primi tre anni di vita del bambino riconducibili alla compromissione dell’interazione e della comunicazione sociale e alla presenza di un repertorio di comportamenti e interessi ripetitivi e ristretti. Anche se il livello di gravità del disturbo non si modifica nel tempo, è fondamentale intervenire precocemente poiché è possibile migliorare notevolmente la
prognosi, riducendo frequenza e intensità dei sintomi e dei comportamenti disadattivi. Talvolta l’autismo può essere scambiato con un ritardo di linguaggio o altre difficoltà, ma ritardare una valutazione specialistica e l’eventuale terapia, che agisce sulla plasticità neuronale, non è la strada migliore! Per questo motivo, i genitori o il pediatra possono riconoscere segni precoci già nel primo anno di vita o, nelle forme più lievi, dai 2 anni, come: difficoltà nel contatto oculare, scarsa attenzione visiva per il viso della
mamma, assenza di sorriso sociale, scarsa vocalizzazione, mancanza del gesto indicativo, assenza dell’imitazione e scarsa partecipazione al gioco con tendenza all’isolamento. Si possono riconoscere anche rituali come il mettere in fila gli oggetti, eccessiva attrazione verso fonti luminose o alcuni oggetti in
particolare!
Possono associarsi in comorbidità disabilità intellettiva, disprassia, disturbo del linguaggio o del comportamento, instabilità o deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), iper o iposensibilità a stimoli sensoriali (suoni e/o odori), elevata soglia del dolore. Nei Disturbi dello spettro autistico si rileva un’alterazione di alcuni geni responsabili del funzionamento dei collegamenti fra i neuroni, ma intervengono fattori genetici e ambientali. In età precoce, l’intervento è basato sulla relazione e comunicazione e la condivisione del gioco e degli interessi, applicato in tutti i contesti di vita, mirando al raggiungimento delle autonomie per l’età e alla riduzione dei comportamenti problematici: il
risultato ottenuto in terapia deve essere generalizzato e per questo la presa in carico del bambino con Disturbo dello spettro autistico può prevedere anche incontri di counseling o terapia indiretta rivolti ai genitori, cui verranno forniti suggerimenti e strumenti da riportare a casa e a scuola. In alcuni casi
l’intervento neuropsicomotorio può essere integrato con altri tipi di intervento sul bambino come l’ABA o terapie cognitivo-comportamentali per mettere in campo tutte le risorse possibili. Verrà fornito sostegno alla scuola e confronto con i servizi medico-sanitari di riferimento.