Il disturbo di sviluppo della coordinazione, definito ufficialmente Developmental Coordination Disorder (DCD), letteralmente in lingua italiana Disturbo della Coordinazione Motoria (DCM), comprende una serie di quadri clinici definiti, in modo diverso, come disprassia evolutiva, goffaggine, maldestrezza, disfunzione neurologica minore, disordine percettivo-motorio o altro ancora.
Si tratta di un disturbo dell’apprendimento delle abilità motorie o di una difficoltà di coordinazione dei movimenti, che comporta per il bambino l’impossibilità di svolgere le attività quotidiane in maniera funzionale. Infatti, questi bambini presentano competenze motorie che si attestano molto al di sotto della media dei coetanei nonostante lo sviluppo intellettivo sia nella norma. I deficit delle prestazioni motorie possono riguardare l’area grosso-motoria, in attività quali il correre e il saltare o il muoversi con agilità e destrezza, l’area fine-motoria, come nella scrittura o il ritaglio, abbottonarsi o allacciarsi le scarpe, o di equilibrio statico e dinamico, o in generale possono investire ogni tipo di competenza motoria.
La valutazione neuropsicomotoria in questo caso indaga ampiamente non solo le competenze motorie, ma anche importanti componenti di base, anche di tipo cognitivo, sottostanti l’organizzazione e l’esecuzione del movimento.
Possono, infatti, essere presenti alterazioni del tono muscolare, debolezza dell’asse corporeo o scarsa integrazione dei due emilati, alterato processo di lateralizzazione (conoscere il proprio lato del corpo che funziona meglio, destro o sinistro, e utilizzarlo in maniera prevalente nelle attività quotidiane) deficit di percezione visiva e/o spaziale o di organizzazione spazio-temporale, scarsa integrazione delle abilità visive e motorie, difficoltà di memoria sensoriale, percettiva o spaziale, difficoltà di ideazione e pianificazione
dell’azione motoria o nel mantenere le sequenze di un’azione, deficit delle funzioni esecutive (memoria, pianificazione, attenzione, problem solving), e così via. Inoltre, un deficit a carico delle competenze grafo-motorie può determinare un disturbo vero e proprio della scrittura associato, la disgrafia.
In base ai punti di forza e debolezza che emergeranno dalla valutazione, la terapia neuropsicomotoria sarà incentrata su alcuni di questi aspetti piuttosto che altri, con un progetto terapeutico personalizzato sul profilo di funzionamento del bambino. Verranno effettuati, se necessario, incontri a scuola e con gli altri operatori medico-sanitari di riferimento, creando una rete di intervento efficace in tutti i contesti di vita del bambino. Ai genitori verranno forniti consigli atti a prevenire frustrazione, basso livello emotivo e
isolamento dal gruppo dei pari.